Screening prenatale: età materna, test non invasivi e diagnostica
Screening prenatale: età materna, test non invasivi e diagnostica
Circa il 3% dei neonati presenta difetti congeniti alla nascita; di questi, circa l’1% è di origine cromosomica. Ogni individuo possiede 23 paia di cromosomi; il 23° paio determina il sesso: XX (femminile) o XY (maschile). Con l’aumentare dell’età materna cresce la probabilità di anomalie cromosomiche: ad esempio la sindrome di Down (trisomia 21) è più frequente nelle età materne avanzate.
Rischio di sindrome di Down in base all’età materna
Età | Rischio | Età | Rischio |
---|---|---|---|
15 | 1:1578 | 24 | 1:1404 |
16 | 1:1572 | 25 | 1:1351 |
17 | 1:1565 | 26 | 1:1286 |
18 | 1:1556 | 27 | 1:1208 |
19 | 1:1544 | 28 | 1:1119 |
20 | 1:1528 | 29 | 1:1018 |
21 | 1:1507 | 30 | 1:909 |
22 | 1:1482 | 31 | 1:796 |
23 | 1:1447 | 32 | 1:683 |
33 | 1:574 | 42 | 1:65 |
34 | 1:474 | 43 | 1:49 |
35 | 1:384 | 44 | 1:37 |
36 | 1:307 | 45 | 1:28 |
37 | 1:242 | 46 | 1:21 |
38 | 1:189 | 47 | 1:15 |
39 | 1:146 | 48 | 1:11 |
40 | 1:112 | 49 | 1:8 |
41 | 1:85 | 50 | 1:6 |
Nota: i valori sono indicativi e si riferiscono al rischio legato alla sola età materna.
Tipi di indagini prenatali: screening vs diagnostica
Le indagini prenatali si dividono in non invasive (screening) e invasive (diagnostiche). Gli screening non pongono diagnosi, ma stimano una probabilità; gli esami invasivi forniscono una diagnosi su cariotipo/alterazioni cromosomiche.
Indagini non invasive (screening)
Tra i test di screening più affidabili rientrano il Bi-Test e il NIPT (ricerca del DNA fetale di origine placentare nel sangue materno). Gli screening non comportano rischio di aborto, ma hanno limiti intrinseci: sensibilità e specificità non possono essere del 100%, quindi sono possibili falsi negativi e falsi positivi.
👉 Linee guida ministeriali sullo screening prenatale non invasivo (9 marzo 2021)
Bi-Test (11ª–13ª settimana)
Combina traslucenza nucale (NT) ecografica con i marcatori ematici materni (PAPP-A e free β-hCG). Integrando l’età materna e alcuni marker ecografici (es. osso nasale), la performance per la trisomia 21 può superare il 90% con circa 5% di falsi positivi.
NIPT (≥10ª settimana)
Analizza il DNA fetale circolante (placentare) nel sangue materno; la frazione fetale deve essere in genere ≥4%. Il pannello base valuta le aneuploidie dei cromosomi 21, 13, 18, con sensibilità ~92–99% e specificità >99%. È possibile estendere il test ai cromosomi sessuali e a microdelezioni selezionate (affidabilità più bassa per condizioni molto rare).
Limiti e possibili cause di risultati incongruenti: mosaicismo placentare o materno, vanishing twin, condizioni materne particolari. Per aumentare l’accuratezza è consigliabile associare un’ecografia dopo l’11ª settimana.
Indagini invasive (diagnostiche)
Le metodiche diagnostiche sono amniocentesi e villocentesi, ancora oggi gli esami di riferimento per il cariotipo e per molte anomalie cromosomiche strutturali/numeriche.
Amniocentesi (16ª–18ª settimana)
Prevede un prelievo di liquido amniotico per via transaddominale sotto guida ecografica. Il rischio di aborto correlato è ~0,5–1% e dipende dall’esperienza dell’operatore. Le cellule fetali presenti nel liquido consentono l’analisi del cariotipo fetale.
Tempi medi di referto: 10–20 giorni.
Villocentesi (10ª–13ª settimana)
Consiste nel prelievo di villi coriali per via transaddominale, sotto guida ecografica. In Italia si eseguono ~25.000 procedure/anno. Il rischio di aborto è lievemente superiore all’amniocentesi (~1–3%), ma in mani esperte si riduce. Si analizza il cariotipo placentare, che nella quasi totalità dei casi riflette quello fetale; nel 1–2% può esserci mosaicismo feto-placentare, richiedendo ulteriori approfondimenti (es. amniocentesi).
Esempi di cariotipo




Fonti: Ministero della Salute (salute.gov.it), revisione maggio 2015.
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Queste informazioni hanno finalità divulgative e non sostituiscono il parere medico.
