Farmaci in gravidanza: quali sono sicuri e quali evitare
Farmaci in gravidanza: quali sono sicuri e quali evitare
Farmaci in gravidanza: quali sono sicuri e quali evitare
Stabilire con certezza il grado di sicurezza dei farmaci in gravidanza non è semplice. Le donne in attesa non vengono incluse negli studi clinici, e le evidenze epidemiologiche disponibili sono limitate. Tuttavia, in alcuni casi, può essere necessario prescrivere o valutare terapie farmacologiche in gravidanza o nei primi periodi in cui la donna non sa ancora di essere incinta.
È importante sapere che la formazione embrionale si completa intorno alla 12ª settimana. I farmaci assunti dopo questo periodo raramente causano malformazioni, ma possono influire su crescita fetale, sviluppo osseo e cognitivo. Nel primo trimestre il rischio di effetti dannosi è maggiore, ma il danno da farmaci è spesso dose-dipendente. Nelle prime 4 settimane, di solito, vale la regola del “tutto o nulla”: un farmaco potenzialmente pericoloso o non causa alcun effetto o può provocare un aborto interno.
Antibiotici in gravidanza
Penicilline
Considerate sicure in gravidanza, anche in associazione con acido clavulanico. Sono generalmente gli antibiotici di prima scelta, salvo allergie note.
Cefalosporine
Appartengono alla stessa famiglia delle penicilline e vengono ritenute sicure, sebbene manchino studi approfonditi sull’uomo. Da usare con cautela e solo se necessario.
Macrolidi
Generalmente tollerati in gravidanza. - Eritromicina: alternativa sicura nelle donne allergiche alla penicillina. - Spiramicina: indicata in caso di toxoplasmosi in gravidanza. - Claritromicina: da evitare; negli studi animali ha mostrato possibili rischi teratogeni. - Azitromicina: mancano dati sufficienti, quindi non raccomandata.
Fluorochinoloni
Farmaci come ciprofloxacina e levofloxacina vanno evitati in gravidanza poiché potenzialmente tossici per le cartilagini fetali.
Aminoglicosidi
Farmaci come la gentamicina (uso ospedaliero endovena) non sono consigliati: rischio di ototossicità e nefrotossicità. La neomicina per via orale può essere tollerata, dato lo scarso assorbimento sistemico, ma va usata solo se necessario e sotto controllo medico.
Tetracicline
Farmaci come la doxiciclina sono controindicati in gravidanza per il rischio di alterazioni ossee e dello smalto dentale nel feto.
Sulfamidici
Farmaci da evitare durante la gravidanza per rischio di ittero neonatale e alterazioni ematologiche.
Metronidazolo
Attraversa la barriera placentare e deve essere evitato, soprattutto nel primo trimestre, salvo precise indicazioni mediche.
Antimicotici
Farmaci comunemente utilizzati per infezioni vaginali. L’uso occasionale non sembra associato a malformazioni, ma un uso prolungato può aumentare i rischi. - Fluconazolo: sicuro in dose singola, da evitare in trattamenti prolungati. - Ketoconazolo: tollerato per via vaginale.
Antivirali
L’aciclovir è il più studiato: gli studi sull’uomo non mostrano aumento di malformazioni, ma va usato solo quando necessario. In animali esposti a dosi molto alte sono stati osservati ritardi di crescita e anomalie fetali.
Vaccini in gravidanza
I vaccini con virus vivi (come rosolia, morbillo, parotite, varicella) sono controindicati in gravidanza. Tuttavia, se il vaccino è stato somministrato prima di sapere di essere incinta, non è indicata l’interruzione della gravidanza.
L’unico vaccino con virus vivo tollerato è quello contro la febbre gialla, in caso di necessità di viaggio in zone endemiche.
I vaccini inattivati (come quello per l’influenza o l’epatite B) possono essere valutati caso per caso. Il vaccino antinfluenzale è considerato sicuro dopo il primo trimestre ed è consigliato per evitare complicanze respiratorie che potrebbero aumentare il rischio di aborto.
In sintesi: ogni terapia farmacologica in gravidanza deve essere valutata individualmente, tenendo conto di benefici e rischi. Nel mio studio offro consulenze personalizzate per la gestione sicura dei farmaci in gravidanza e in fase preconcezionale.
Le informazioni hanno scopo divulgativo e non sostituiscono il parere medico. Ogni terapia deve essere valutata dal proprio ginecologo curante.
